Étienne Davodeau: Quelli che ti vogliono bene - Rurale! - La brutta gente - Un uomo è morto

La brutta gente

La storia e le vite di trent'anni di emancipazione della nostra società.
Anni 50, una regione dell'ovest francese, i Mauges. Lasciando la scuola alle soglie dell'adolescenza, centinaia di giovani scoprono le dure condizioni lavorative della fabbrica. Insieme alla chiesa, sembra essere il loro insuperabile orizzonte.
In una regione storicamente considerata refrattaria ai mutamenti, alcuni di loro decidono tuttavia di iniziare un'attività militante. Perché? Come?
Ripercorrendo attraverso testimonianze dirette la vita dell'ambiente nel quale è cresciuto (e dando vita in parallelo ad un romanzo di formazione sulla nascita della propria scelta artistica e di vita), Étienne Davodeau crea un ritratto coinvolgente del mondo del lavoro e delle sue battaglie, e della nostra società, dall'immediato dopoguerra all'inizio degli anni 80.
Una storia avvincente, un'opera memorabile che ha ricevuto il PREMIO del PUBBLICO e il premio per la MIGLIORE SCENEGGIATURA (che aveva già ricevuto per Rurale!) al Festival di ANGOULÊME, il GRAND PRIX de la CRITIQUE, assegnato annualmente dall'ACBD (l'Associazione dei Critici e giornalisti di Bande Dessinée) e il premio FRANCE INFO per il fumetto di attualità e di reportage.

Dopo la rassegna stampa troverete le prime tavole del volume.


Étienne Davodeau (Anjou, 1965) ha pubblicato oltre quindici libri, maturando il proprio stile nell'osservazione della realtà e raccontandola sia con con la fiction e sia con il reportage. Fa parte di quegli autori che, libro dopo libro, arrivano a spingere più in là i limiti della Nona Arte, con la cura costante di restare accessibile al pubblico più ampio.
Davodeau è pubblicato in Italia esclusivamente dalle edizioni Q Press: gli altri suoi libri in catalogo sono la commedia noir Quelli che ti vogliono bene e gli altrettanto premiati reportage Rurale! e Un uomo è morto.
Ha inoltre sceneggiato la trasposizione a fumetti dell'unico romanzo scritto da George Brassens.

La brutta gente
di Étienne Davodeau
184 pagine in carta patinata opaca
Copertina plastificata opaca
17x24 cm
Brossurato, rilegato a filo refe
22,90 euro
ISBN 978-88-95374-06-2


Rassegna stampa








Fumo di China, aprile 2009




P. Gerbaldo, Provincia Oggi, agosto - settembre 2009


LA FRANCIA SCAVA NELLE PROPRIE RADICI
I Mauges sono il West della Francia, una piccola regione a forma di ghianda situata nel dipartimento della Maine-et-Loire. Una regione dai tratti storici ben marcati che fu uno dei teatri principali delle guerre di Vandea, conflitti di contrapposizione al movimento rivoluzionario che sconvolse la Francia sul finire del diciottesimo secolo. Pare che dalla contrazione dell'espressione mauvaises gens ("brutta gente") derivi il nome della regione, rifacendosi al carattere chiuso e a tratti scontroso degli abitanti.
È nei Mauges degli anni Cinquanta che comincia la narrazione di questo volume, un racconto appassionato dove attraverso la storia di Maurice e Marie-Jo Davodeau, genitori dell'autore, si rileggono le vicende della Francia. Due vite vere, dove personale e politico si incontrano, dove emerge la passione, la stagione delle lotte operaie, la coniugazione della dimensione religiosa con le idee progressiste.
La crescita dei due protagonisti, l'infanzia e quindi l'aprirsi al mondo con l'adolescenza e approdo al lavoro in fabbrica, le fatiche, le prime lotte e le rivendicazioni operaie, l'adesione alla JOC (Jeunesse Ouvrière Chrétienne, la "gioventù operaia cristiana") si muovono sullo sfondo dei cambiamenti sociali e politici della Francia e dei Mauges. Una storia di emancipazione ma anche di difficile scavo dell'autore nelle proprie radici, in un confronto con la storia del proprio Paese. Un'opera avvincente e appassionante, dove l'autore non si risparmia usando anche l'arma dell'autoironia.
Il volume, che ha vinto diversi premi di critica e pubblico in Francia, fra cui il prestigioso Gran Prix de la Critique e il premio France Info per il fumetto di attualità e di reportage, arriva in Italia grazie alla passione della Q Press, che ha già presentato altri lavori di Davodeau, autore intenso che ha fatto dell'osservazione della realtà e della sua narrazione la propria cifra stilistica.
S. Gorla, Letture, marzo 2009

È davvero raro un libro a fumetti che, come questo, racconti con cognizione di causa la condizione operaia, ma La brutta gente è anche la storia della Francia dal dopoguerra agli anni 80 vista in una regione dell'ovest, i Mauges. Ed è anche una vera inchiesta sul campo, che l'autore conduce intervistando i protagonisti delle lotte nelle piccole fabbriche della zona in quel periodo. Tra loro spicca una coppia di militanti che dalle organizzazioni cattoliche passano alla costruzione del sindacato e partecipano poi all'esperienza del partito socialista di Mitterand. Ma solo dopo un po' scopriamo che quei due sono anche i genitori di Davodeau, che riesce così a tenere insieme con grande delicatezza vari registri, il romanzo di formazione, la cronaca di costume, il racconto sociale. Anche l'ambiente analizzato è inedito, infatti in una regione tradizionalista come i Mauges tutti i personaggi di questa storia provengono dalle associazioni giovanili cristiane. Sono preti operai o cattolici del dissenso, fanno parte di quei movimenti che anticipano e accompagnano il Concilio Vaticano II fino a confluire nel socialismo. È un percorso collettivo che l'autore racconta con intelligenza politica e contenuta commozione, così da poter affermare alla fine con orgoglio: "Sono cresciuto tra questa gente moderata e integra".
G. Ascari, Diario

[La brutta gente, come anche Blotch - Di fronte al proprio destino, compare più volte nella Top Ten 2008, le classifiche dei migliori 10 fumetti dell'anno redatte dai redattori e dai critici ospiti de Lo Spazio Bianco:]
La storia vera dei genitori dell'autore, che come nel Maus di Spiegelman riesce a vincere le loro comprensibili diffidenze e meraviglioso pudore fuori moda, per raccontare una crescita di consapevolezza ed emancipazione verso una vita più adulta... avvincendo il lettore, creando ritratti coinvolgenti e rileggendo la propria crescita artistica. Encomiabile.
L. Cantarelli, (Fumo di China)
Un grande libro francese per una piccola casa editrice italiana.
S. Oliva, (Fumo di China)
B. Battaglia, (ippoghigno-nella-bruma.splinder.com)
M. Ginevra, (Centro Fumetto Andrea Pazienza)
www.lospaziobianco.it/5274 5275

Il sottotitolo del reportage a fumetti dell'autore di Rurale! recita: "Una storia di militanti. Una regione rurale, cattolica e operaia. Gli anni 50, 60 e 70." Ma oltre che raccontare trent'anni di emancipazione della società francese e non solo Davodeau usa come protagonisti i suoi genitori, che prima reticenti, poi sempre più coinvolti, ripercorrono il loro impegno sociale e politico trasmettendo la sensazione dell'inevitabilità dell'attività militante. Un libro da far leggere anche alle giovani generazioni.
mantova.com - Il portale di Mantova
www.mantova.com/ita/libri-sotto-lalbero.asp

Trent'anni di lotte sindacali dagli albori, nella Francia rurale degli Anni '50, fino agli Anni '80 con l'elezione del presidente FranÁois Mitterrand, passando per le piccole e grandi trasformazioni sociali, politiche e anche religiose dei nostri cugini d'Oltralpe; dalla formazione dei primi gruppi cattolici sportivi, che nascevano dall'esigenza di venire incontro ai giovani operai che andavano popolando le nuove fabbriche, alla costituzione dei primi sindacati all'interno delle stesse che avrebbero dato il via a numerose lotte in difesa dei diritti dei lavoratori, arrivando a toccare la formazione umana, culturale e sociale di intere generazioni.
Il tutto visto dall'ottica privilegiata di due testimoni che hanno vissuto in prima persona questi decenni di trasformazione, individuale ancora prima che collettiva, ovvero i genitori stessi dell'autore; principali protagonisti con la loro storia vera di vita vissuta, l'autore ne ha attinto grandemente per documentare la sua opera, soprattutto prendendovi lo spunto decisamente originale e felice.
La brutta gente del titolo è un riferimento agli abitanti della regione francese dei Mauges, situata nell'Ovest francese, gente chiusa e schiva il cui carattere nei secoli è valso loro l'appellativo di Mauvalses Gens (appunto "brutta gente"), la cui contrazione dà il nome della regione, Mauges; di qui l'autore inizia il racconto veramente mirabile dei suoi genitori, Marie-Jo e Maurice, e delle loro radici a cavallo tra la Chiesa e la campagna che iniziava a trasformarsi e a dare spazio alle industrie e alle fabbriche.
Una storia che al di là del tema, forse a tutta prima di non così immediato interesse come si potrebbe pensare, è invece narrato in maniera coinvolgente e entusiasmante, attingendo dalla memoria (storica) prima dei suoi genitori e poi anche di altri protagonisti della loro vita (preti cattolici, sindacalisti); Davodeau ripercorre quasi trent'anni di storia dei sindacati francesi, ma anche trent'anni di cambiamenti politici, religiosi (il Concilio Vaticano II del 1962, la contrarietà alla contraccezione artificiale nel 1968 da parte della Chiesa) e quindi di mutamento nella consapevolezza sociale, mescolando abilmente le vicissitudini dei suoi famigliari con quelle del suo Paese.
Introducendo anche se stesso nella narrazione, mentre discute in prima persona di alcuni passaggi con gli altri protagonisti, ottiene un quadro compiuto e appassionante, un vero e proprio reportage puntualmente documentato passo dopo passo; talvolta forse eccessivamente prolisso (in taluni momenti le diverse sigle politiche e sindacali e le numerose note storiche rasentano il parossismo), eccessi dovuti sicuramente alla passione viscerale verso quanto stava scrivendo, non cade mai però nel pedante e soprattutto nell'eccessivamente pesante o noioso (anzi!).
L'opera arriva inoltre col favore di una notevole mole di premi, Premio del Pubblico e Premio per la Miglior Sceneggiatura (come per l'opera precedente Rurale!) al festival di Angoulême, il Grand Prix de la Critique (assegnato ogni anno dall'associazione francese ACBD ovvero dei Critici e Giornalisti di Bande Dessinée) e il Premio France Info per il fumetto di attualità e di reportage; a questi va aggiunta una rassegna stampa (nostrana) dai toni perfettamente in sintonia, certamente positiva, facilmente reperibile sul sito della Q Press (www.qpress.info), dove potete risalire agli articoli entusiastici di Fumo di China, Linus e Provincia Oggi tra gli altri.
La storia, densa e complessa di Štienne Davodeau, questi premi e questa grande attenzione in effetti se li merita tutti, oltre che per l'estrema cura complessiva anche per la forza dei contenuti e la passione che trasuda da ogni pagina, tanto da far sentire il lettore direttamente coinvolto in prima persona nelle diverse vicissitudini; buonissima anche la parte grafica, che con un tratto essenziale e molto espressivo completa il disegno d'insieme, molto efficace nel cogliere gli stati d'animo anche piùcelati dei diversi protagonisti.
Ottima la confezione e la stampa come è consuetudine della casa editrice (addirittura in questo caso sembrerebbe superiore a quella originale francese), 184 pagine in carta patinata opaca con brossura e rilegatura a filo refe (...).
A. "Tetsuyatsurugi" Marchino, Mangaforever.com