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Thierry Jonquet & Jean-Christophe Chauzy: Per davvero - D.R.U. - Direzione Risorse Umane

Per davvero

Kevin racconta la sua vita in un vecchio quartiere della periferia parigina. La madre, assente o stanca per il lavoro notturno. La scuola, pur rivelandosi promettente, in una classe speciale. Un anziano vicino di casa. Clarisse, la coetanea di cui si innamora, di un altro livello sociale. E la compagnia di alcuni giovani balordi con i quali trova il modo facile per fare soldi, l'unica maniera per guadagnarsi il rispetto degli altri...
Quello che siamo e quello che l'ambiente ci porta ad essere. Una critica pungente della società contemporanea, in un racconto di un maestro del noir, che il disegno asseconda con crudezza e delicatezza.
Per davvero è entrato nella cinquina dei candidati al premio per il miglior libro dell'anno al festival di Angoulême.

Potete leggere qui le prime quattro tavole del volume, e di seguito la rassegna stampa.

Thierry Jonquet ha seguito studi di filosofia, quindi ha lavorato fra l'altro in un centro geriatrico e come insegnante di sostegno. Si è poi dedicato esclusivamente alla scrittura, pubblicando oltre venti libri e diventando un esponente di massimo rilievo del polar sociale. Fra i suoi volumi tradotti in italiano sono Moloch, Cercatori d'oro, Il morso del ragno. Da Mygale Pedro Almodovar ha tratto il suo ultimo film, protagonista Antonio Banderas.

Jean-Christophe Chauzy inizia a pubblicare i suoi libri a fumetti già nel 1988 con Futuropolis. Nel 1995 si mette in scena in maniera caustica e lucida in Parano, e con Béton armé (Cemento armato) affina le sue capacità di narrare il reale con partecipazione, ironia e nessuno sconto.
Per davvero è il secondo dei quattro volumi a fumetti che ha sinora realizzato insieme a Jonquet.

Per davvero
di Thierry Jonquet & Jean-Christophe Chauzy
96 pagine in carta patinata opaca
Copertina 300 g/m2, plastificata opaca
17x24 cm
Brossurato, rilegato a filo refe
13,90 euro
ISBN 978-88-95374-00-0













Rassegna stampa








A. Rossitto, Panorama First

È stata sicuramente una fatica improba tradurre dall'argot ultracontemporaneo questo fumetto, tutto basato nell'originale su ritmi e suoni della parlata di un adolescente. Le abbreviazioni gergali, infatti, quasi inesistenti in italiano, cosi come le inversioni sillabiche del "verlan", rendono talvolta un po' ostica la lettura e ci fanno sentire sicuramente più lontana la vera, verissima voce di Kevin - quattordici anni e il mondo che gli pesa addosso - che racconta come sa e può la sua storia. E dalla voce di Kevin, che in origine era il protagonista di un romanzo, solo successivamente ridotto a fumetto nelle crude immagini di un bianco e nero fortemente espressivo, vediamo emergere tutto l'universo di un vecchio quartiere di quasi periferia: la famiglia, ridotta a una madre esausta per i massacranti turni di notte in ospedale, la scuola, che isola i ragazzi difficili e li rinchiude, fin dalla prima media, in apposite sezioni "sociali" e gli amici, sempre sull'orlo della rissa razziale, o, se più grandi, già invischiati nel sottobosco della piccola delinquenza. Ma tutto questo per lui è la normalità, la vita prima che cominciassero i guai. E i guai, come in ogni tragedia che si rispetti, nascono da un amore sbagliato. Kevin perde la testa per una ragazzina delle classi normali, una con le trecce, che suona il violino, e alla festa di compleanno invita amici che si chiamano Marie-Cécile o Norbert. Per lei e per conquistarsi il rispetto di quelli che la circondano Kevin deve vestirsi alla moda, farle dei regali, avere dei soldi e lo fa nell'unico modo che conosce, nell'unico che sia alla sua portata, entrando a far parte di un gruppo di balordi che lo usano come talpa nelle rapine. La tragedia corre così verso la sua naturale conclusione mentre Kevin, nella cella di un riformatorio, continua a non capire che il suo errore più grave è stato un amore impossibile.
C. Bongiovanni, L'indice dei libri del mese